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Glicine, rosa, caprifoglio, menta, timo, fragole: il giardino è un mondo di rumori, odori, un concentrato di vita. Esplorandone le origini e la diversità scopriamo che i giardini sono il riflesso delle società e degli individui, e che ogni giardino ci dà informazioni sui sogni, sull'ideale di felicità di chi lo crea e lo descrive, è uno specchio della cultura che lo ha prodotto. Reali, ornamentali o urbani, familiari, botanici, i giardini sono al contempo luogo di azione e di riflessione. E i giardini degli scrittori non sono da meno. Évelyne Bloch-Dano ci accompagna tra le pagine di Rousseau, George Sand, Stendhal e Flaubert, Balzac, Hugo e Zola, Proust, Gide, Colette, Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre, Marguerite Duras, Modiano e Christian Bobin. Alcuni sono stati veri giardinieri, altri non hanno avuto alcuna esperienza; alcuni erano appassionati di botanica, per altri invece è il verde pubblico a essere fonte di ispirazione per il proprio giardino di carta.